Il Museo Diocesano apre le sue sale alla Natività di Lorenzo Lotto, offrendo per il tempo di Natale un’occasione rara di incontro con uno dei pittori più intensi del Rinascimento italiano. L’allestimento, sobrio e meditativo, guida il visitatore dentro un clima di attesa e di luce, coerente con il tempo liturgico e con la vocazione del museo. Inoltre, un percorso di apparati didattici contestualizza l’opera tra devozione, storia dell’arte e cultura materiale.
Questo appuntamento si inserisce nel calendario delle mostre cittadine, ma se ne distingue per la forte valenza spirituale. Infatti, l’esposizione non si limita a presentare un capolavoro: costruisce un’esperienza, fatta di sguardi ravvicinati, micro-dettagli illuminati e confronti con altre immagini mariane del territorio. Così, il visitatore comprende come Lotto innovi l’iconografia senza tradirne l’essenza.
Dentro la Natività: stile, dettagli, simboli Lorenzo Lotto racconta la nascita di Cristo con un linguaggio personale, che unisce la vibrante tavolozza veneta a un’introspezione quasi psicologica. La luce scaturita dal Bambino stesso, modella i volti e crea un lucidissimo dialogo tra ombra e colore. Solo Maria guarda il bambino e ne riceve la luce mentre la levatrice guarda Maria e Giuseppe guardala levatrice e hanno gli occhi oscurati. Il quadro riprende un vangelo apocrifo che racconta la presenza della levatrice che inizialmente non crede nel parto virginale di Maria e gli si rattrappiscono le mani e solo credendo e toccando il bambino le mani le torneranno normali.
Questa natività si differenza decisamente da quelle classiche. Oltre alla presenza della levatrice non c’è il classico pagliericcio dove è adagiato il piccolo ma c’è una bacinella (in realtà un grosso paiolo per la polenta) riempito d’acqua e Maria sta immergendo Gesù per lavarlo. La presenza del cordone ombelicale rappresenta l’umanità di Cristo che come tutti i bimbi inarca la schiena per non entrare nell’acqua. Un capolavoro da non perdere.
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Se andate a vedere questo capolavoro non perdete la bella mostra fotografica dedicata a Elio Ciol sempre al Museo Diocesano (vedi la recensione qui)






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