Il palazzo baronale Revoltella, o museo Revoltella, a Trieste

Il Museo Revoltella è una galleria d’arte moderna di Trieste. Fu la casa dove visse il barone Pasquale Revoltella (sita in piazza Venezia, allora piazza Giuseppina) il quale alla sua morte, avvenuta nel 1869, la lasciò alla città assieme a tutte le sue opere, gli arredamenti ed i libri che essa conteneva. Nel 1872 il Comune la fece diventare un museo.

Atrio e piano terra

L’elemento di maggiore spicco, all’interno di palazzo Revoltella, è costituito dallo scalone elicoidale che collega i tre piani, nobilitato dalla presenza dei due gruppi marmorei firmati dal milanese Pietro Magni (1817-1877), la Fontana della Ninfa Aurisina (1858) e il Taglio dell’istmo di Suez (1863). Il primo, che si trova ai piedi dello scalone, è la rappresentazione allegorica della costruzione del secondo acquedotto di Trieste, un’ impresa tecnologicamente molto avanzata realizzata attorno alla metà del secolo.

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La figura femminile seduta sulla sponda del mare impersona la città di Trieste che riceve l’acqua dalle mani di una ninfa appena uscita alla luce dalle grotte carsiche di Aurisina, mentre due putti, che rappresentano gli operai e marinai, si dissetano ai suoi piedi. La scena si svolge nel cavo di una conchiglia che allude al mare.

L’appartamento privato del barone Revoltella

Raggiunto il primo piano, nel vestibolo caratterizzato da un bel pavimento eseguito con la tecnica della scagliola (finto marmo) e da quattro colonne in marmo verde di Polcevera, si può ammirare il secondo gruppo allegorico di Pietro Magni, Il taglio dell’istmo di Suez (1863) collocato su un alto basamento scuro.

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Una aggraziata figura femminile, che rappresenta l’Europa, tiene uniti, stringendone le mani, il Mare Mediterraneo e il Mar Rosso, le due figure maschili sedute ai suoi lati, mentre, al centro, Mercurio osserva benevolo l’evento e indica la nuova via alla Navigazione. Un po’ nascosto, il genietto della fama scrive i nomi di coloro che hanno partecipato alla grande impresa. L’illuminazione dall’alto conferisce una particolare suggestione alle sculture.

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La visita inizia, a destra della scala, dalla sala da pranzo privata (che mantiene l’originario rivestimento in carta color legno), continua nella camera da letto del padrone di casa, con il letto in ottone originale, e mobili piuttosto semplici in acero americano.

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Il secondo piano, arredato con ancor maggiore cura e una vera profusione di decorazioni, era riservato agli sfarzosi ricevimenti offerti da Revoltella. Il vestibolo, aperto sul piano sottostante, è illuminato da un lucernaio, ed è caratterizzato da quattro grandi statue in marmo che rappresentano le stagioni. Lungo la parete curva dello scalone elicoidale, al secondo piano, alle sculture di Luigi Ferrari si alternano gli stemmi bronzei di Pietro Magni (arti e discipline)

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La prima sala a destra era destinata ai pranzi di gala. Occupata da un grande tavolo da trentasei posti, è rivestita in stucco bianco con finiture dorate, che nella parte alta formano un motivo decorativo sul tema della caccia.

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La galleria di arte moderna

Il percorso della galleria d’arte moderna inizia a livello del terzo piano di Palazzo Brunner, a cui si accede dall’ultima sala del secondo piano di Palazzo Revoltella. L’itinerario moderno prende avvio dalla saletta dedicata ad uno dei protagonisti dell’arte triestina, Eugenio Scomparini, maestro indiscusso della generazione di artisti triestini nati nella seconda metà dell’Ottocento, del quale si vedono qui esposti ritratti femminili e bozzetti per decorazioni d’interni, di cui fu magistrale autore a Trieste, sulla scia della scuola settecentesca veneziana.

Quarto piano: la pittura in età risorgimentale e postunitaria: pittori – soldati

Quinto piano. Lungo la scala che conduce al quinto piano della Galleria si incontrano le sculture Passeggiata (1933) dell’anconitano Quirino Ruggeri e il poderoso Bacio (1931) del triestino Ruggero Rovan.

Arrivati in quinto piano il percorso espositivo comprende sette sezioni, che documentano la produzione artistica triestina e giuliana dai primi anni del Novecento, caratterizzati dal fenomeno delle Secessioni, fino al secondo conflitto mondiale.

Sesto piano: gli artisti del secondo Novecento

Nell’ultima sala del percorso museale, che con le sue vetrate panoramiche sulla città e sul mare e l’illuminazione dall’alto, costituisce uno dei punti di maggiore attrattività del progetto di Carlo Scarpa, sono raccolte alcune delle opere più rappresentative della sezione dedicata al secondo Novecento italiano. Quasi tutti i pezzi esposti sono stati acquistati alle Biennali dal 1948 al 1968, continuando una tradizione iniziata con la nascita dell’esposizione veneziana. In questo modo il Museo Revoltella ha potuto aggiornare la sua raccolta inserendo autori che dal dopoguerra in poi andavano emergendo sulla scena artistica italiana.

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Maggiori informazioni sul sito del museo (clicca qui)


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