Il museo di San Matteo a Pisa ha sede negli ambienti dell’antico monastero benedettino femminile di S. Matteo in Soarta del XI secolo, di cui oggi, oltre alla omonima chiesa, restano visibili solo alcune murature medievali, alterate da trasformazioni di epoca moderna e dai restauri del secondo dopoguerra.
La trasformazione funzionale e il restauro del complesso edilizio risalgono agli anni successivi al secondo conflitto mondiale: nel 1949 nacque il Museo Nazionale di S. Matteo, ordinato da Piero Sanpaolesi secondo criteri basati sulla validità estetica delle opere. In tempi più recenti si è preferito presentare i materiali per tipologie e cercando di ricomporre i complessi originari.
La collezione di scultura lapidea comprende opere dal medioevo al Cinquecento, tra cui spiccano notevoli testimonianze del periodo “romanico” e i capolavori di Nicola Pisano e Donatello.
Possiede una serie completa di opere dei principali maestri pisani e più in generale toscani dal XII al XVII secolo, oltre a reperti archeologici e ceramici. Il numero e la rilevanza delle opere custodite fanno del San Matteo, sito forse meno noto di quanto meriterebbe, uno dei musei più importanti d’Europa in tema di arte medioevale.
Straordinaria in particolare è la collezione di opere pittoriche del territorio pisano del XII e XIII secolo. Il valore di queste opere porta sempre più gli studi storico-artistici a riconoscere che quella pisana sia stata la maggior scuola pittorica italiana sino alle soglie del XIII secolo.
Assai nutrite e di massimo rilievo sono le raccolte di scultura in legno e di pittura: questa annovera più di 200 opere realizzate tra gli inizi del XII secolo e l’età moderna da importanti artisti tra i quali Giunta Pisano, Berlinghiero, Simone Martini e Masaccio.
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